Gazebo, dehor e ombrelloni: in città è una giungla. E c'è chi apre ristoranti nei sotterranei

TERAMO – Giro di vite sui dehor irregolari a Teramo. Dopo i rilievi degli uffici comunali del Suap, che hanno evidenziato non solo numerose irregolarità nelle attrezzature esterne ai locali pubblici ma anche l’evasione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico, cominciano ad arrivare le prime ordinanze di rimozione. Quella notificata al titolare del Caffè Grande Italia, oltre a riproporre un ricorrente motivo di contrasto con l’amministrazione che accomuna vecchia e nuova proprietà del caffè più centrale della città (ricordate le polemiche sul gazebo-appartamento, poi andato all’asta e rimosso?), bissa l’altra disposta dalla prefettura nei confronti del Babila di via Michitelli: stessa proprietà, stessa infrazione. Sotto accusa ci sono le coperture esterne dei due locali molto alla moda. La struttura esterna al Babila andrà rimossa dal Comune: la prefettura ha infatti respinto il ricorso presentato dal proprietario contro l’obbligo del Comune che imponeva la rimozione di una struttura irregolare per superficie e per modalità di realizzazione. Sul fronte del Grande Italia, l’ordinanza è pubblicata sul sito del Comune: anche qui gli ombrelloni esterni sono irregolari, il bar è stato multato tre volte e non ha ottemperato alle disposizioni comunali. Adesso dovrà chiudere 5 giorni e adottare le prescrizioni segnalate. Se mancano le firme alle ordinanze, i controlli però vengono effettuati: li fanno i vigili urbani e poi ci sono le ratifiche con le prescrizioni del Suap. E il panorama che viene fuori dai controlli fotografa una irregolarità diffusa sulla materia dehors: chi li costruisce più grandi di quanto è permesso, chi non paga le tasse, chi li realizza permanenti, chi li mette in piedi completamente abusivi, ovvero senza autorizzazioni. I casi sono moltissimi, ma c’è addirittura chi allestisce sale di ristorazione… nei fondaci. E’ il caso di un locale del centro storico che avrebbe adirittura allestito una sala in un grottino, ricavato nei sotterranei del palazzo dove c’è l’attività di ristorazione, in barba alle più elementari regole non solo di igiene ma anche urbanistiche ed edilizie. Anche in questo caso si attende che i controlli portino all’emissione di giusti proveddimento di repressione delle violazioni.